Langhe e Roero
Pronti, partenza, via! Questa volta è andata davvero così. Ci siamo svegliati senza alcun programma, abbiamo preparato le valigie e siamo partiti senza una vera meta. All’avventura!
In realtà se devo dirla tutta era qualche giorno che navigavo alla ricerca di qualche destinazione, ma per una serie di circostanze il progetto è sempre rimasto lì ad aspettare.
Una telefonata serale con la nonna è stata la scintilla che ha fatto (ri)accendere l’entusiasmo: “Ma cosa stai aspettando? Stacca, vai e goditela!“
L’unico paletto che ci siamo messi è stato quello di non rimanere imbottigliati nel traffico (visti i ripetuti avvisi di colonne interminabili lungo l’asse Nord Sud), quindi evitare le tratte più gettonate.
Ci siamo quindi diretti verso il Piemonte e la prima tappa che abbiamo fatto è stata Asti.
Questa cittadina è conosciuta per il suo spumante, che in realtà non viene prodotto ad Asti ma a circa 30 km da lì, e per il suo Palio che si svolge ogni anno a settembre. Noi ci siamo andati per il lunedì di Pasqua, e la città era deserta. Poco male, non abbiamo faticato a trovare un posteggio e abbiamo potuto scoprire ogni angolo senza troppo stress. Vero è che era tutto chiuso!
Praticamente, per descriverla in modo sintetico, tutto ciò che c’è da vedere (o gran parte) si trova lungo la via principale, percorribile in 10 minuti a piedi. Noi abbiamo visto la torre Rossa, simbolo dell’epoca romana, che affiancava la porta principale di ingresso attraverso le mura romane. Viene chiamata “rossa” non per il colore della terracotta con cui è costruita, ma per una famiglia che abitava in quel quartiere. Oggi è il campanile della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria.
Nella nostra passeggiata abbiamo potuto ammirare numerosi splendidi edifici quali per esempio palazzo Alfieri (dove visse il poeta Vittorio Alfieri) che oggi è un museo visitabile, e palazzo Mazzetti, sede della pinacoteca e del museo civico.
Astri offre anche un museo paleontologico, meglio conosciuto come museo dei fossili, che noi però non abbiamo visitato. Abbiamo osservato lo splendido battistero di San Pietro, composto da tre edifici: la chiesa del ‘400, il Chiostro e la Rotonda. A questo punto ci siamo diretti verso il Duomo, anche noto come cattedrale di Santa Maria assunta. Purtroppo era chiuso e abbiamo dovuto ammirarlo solo dall’esterno. Abbiamo visto anche la torre Troiana, chiamata anche torre dell’orologio e simbolo della città di Asti, e la torre Comentina alta quasi 40 m.
Insomma… Asti è una città a misura di bambino: è tutto molto vicino, ogni passo si può ammirare qualcosa! A questo punto ci è venuta fame ma purtroppo i ristoranti aperti si contavano sulla punta delle dita e ovviamente erano tutti pieni, così abbiamo optato per un aperitivo al volo.
Prima di rientrare al posteggio ci siamo fermati a mangiare un gelato in una piazzetta di fronte alla chiesa di San Secondo, costruita a partire dal X secolo nel luogo ritenuto quello del martirio del Santo protettore della città. Ci siamo recati anche nel luogo in cui si svolge il Palio, ma occorre una buona dose di immaginazione per realmente capire come si trasforma per l’occasione.
La seconda tappa del nostro viaggio ci ha portati a Govone, per ammirare il castello reale. In primavera questo castello ospita la splendida fioritura di tulipani selvatici e viene festeggiata con una manifestazione chiamata tulipani a corte. I tulipani crescono spontaneamente nel parco del castello ma il magnifico spettacolo è di breve durata e noi siamo rimasti a bocca asciutta… Purtroppo dei tulipani non restava niente!
Non fa nulla, appena arrivati al castello si può godere di una splendida vista sulle Langhe e scattare qualche foto nel parco antistante.
All’interno del castello si possono ammirare numerose sale, tra cui quella che ci ha colpito di più è sicuramente il salone d’onore, decorato con spettacolari affreschi e splendidi trompe-l’oeil.
Per avere informazioni su manifestazioni e orari di apertura sempre aggiornati vi invitiamo a consultare il sito ufficiale. https://www.castellorealedigovone.it
Terza ed ultima tappa di questa prima giornata è il villaggio di Neive, un antico borgo eletto tra i più belli d’Italia. Si tratta di un piccolo borgo medievale di case di pietra. Tutto il centro storico arroccato sulla collina ha mantenuto l’antico impianto medievale con caratteristiche stradine in pietra e bellissimi palazzi in cotto… A far da cornice a questo scenario meraviglioso sono le colline e i vigneti in cui il borgo è immerso e che è possibile ammirare dai suoi numerosi punti panoramici.
Qui vengono prodotti Barbera, Dolcetto d’Alba, Barbaresco e Moscato d’Asti. Noi non ci siamo fatti mancare una degustazione in una delle enoteche presenti, e abbiamo avuto la fortuna di avere accanto un parco giochi nel quale i bambini hanno potuto divertirsi. Non potevo chiedere di meglio! Tutti felici!
Sulla strada verso il nostro Bed & Breakfast abbiamo incrociato una panchina gigante, chiamata Big Bench, e ci siamo immediatamente fermati per poter scattare qualche foto ricordo in una cornice meravigliosa.
A questo punto siamo andati ci siamo diretti verso il Bed end breakfast, che nonostante l’avessimo riservato all’ultimo minuto si è rivelata una splendida scoperta: in mezzo al nulla, circondato da colline e vigneti, ornato dal glicine in fiore, il tutto in un vecchio casolare. Casa Branzele è il suo nome, e lo consigliamo caldamente a tutti quelli che desiderano rilassarsi lontano dalla frenesia della città. L’ospitalità di Alberto è qualcosa di splendido e qui la cortesia e l’accoglienza regnano sovrane. Non vi dico la colazione… 10 e lode!
Sarebbe un peccato non spendere due parole per la cena, che merita assolutamente due parole. Alberto, il proprietario del Bed & Breakfast, si è messo a disposizione per riservarci un locale tipico della regione. Ci ha mandati all’osteria Tastè, nei pressi di Barbaresco (a 10 minuti di auto). Il ristorante si trova all’interno di una vecchia scuola e offre un menù tutto da assaggiare che rispecchia le tradizioni del buon cibo della regione. Noi abbiamo gustato i cinque antipasti, deliziosi, e a seguire piatti tipici delle Langhe. Non ci siamo fatti mancare un buon calice di barbaresco, una meraviglia!
Giorno 2
Alba
L’indomani partiamo con tutta calma in direzione di Alba, che si trova a 10 km. Anche in questo caso la città è assolutamente bimbo friendly, nel senso che è molto tranquilla, pulita e intima.
Alba è soprannominata anche “La città delle 100 torri” per l’elevato numero di torri costruite in passato a scopo difensivo. Dalle numerose torri oggi ne rimangono poche e le tre più importanti e meglio conservate sono tutte ben divisibili da Piazza Duomo: la torre Bonino, la torre Astesiano e la torre Sineo, tutte risalenti al XII secolo.
Abbiamo potuto ammirare la cattedrale di San Lorenzo, tra gli edifici più importanti della città e costruita alla fine del 1400, la chiesa della Maddalena in stile barocco piemontese e risalente al XVIII secolo e la chiesa di San Domenico, risalente al XIII secolo. Si racconta che questo edificio fosse stato usato da Napoleone come stalla per i suoi cavalli.
Nonostante avessimo fatto colazione da poco non abbiamo resistito alla tentazione di uno splendido aperitivo (e qui dovremmo aprire un capitolo a parte sugli aperitivi italiani… wow!) in piazza. Le nostre aspettative non sono state deluse perché abbiamo ricevuto di tutto e di più, una meraviglia!
Castello di Grinzane Cavour
Anche in questo caso il panorama ci lascia a bocca aperta: ci troviamo su un colle circondato da splendidi vigneti e l’atmosfera che si respira è davvero di calma e tranquillità. All’interno del castello si trovano saloni che ospitano un museo permanente della civiltà contadina.
Purtroppo il martedì è chiuso e non abbiamo potuto visitarlo all’interno. E nulla, dovremmo ritornarci! Il castello ospita anche un elegante ristorante e da oltre cinquant’anni l’enoteca regionale piemontese “Cavour” dove è particolarmente consigliata la degustazione del vino. Questa zona è famosa anche per la produzione del torrone.
Attorno al castello si snoda anche il museo “in vigna”, Che permette di conoscere il ciclo vegetativo della vite e del lavoro del vignaiolo. Ai bimbi è piaciuto molto perché facilmente accessibile anche a loro grazie a disegni e immagini molto chiare. https://www.castellogrinzane.com
La Morra
No, non la morra cinese! Prima di raggiungere questo paese però Eleonora, dal suo sedile, ci esorta a fermare l’auto perché dice di aver visto una panchina gigante! Decidiamo di ascoltarla, invertiamo il senso di marcia e ci scopriamo di fronte alla panchina rossa! Nessuno di noi si era accorto, bravissima! Decidiamo quindi di fermarci a scattare qualche foto suggestiva in un paesaggio spettacolare e super, super rilassante.
Risaliamo sull’auto e in pochi minuti arriviamo alla nostra meta. Un altro piccolo borgo, famoso per la sua “mangialonga” (una camminata enogastronomica): è un piccolo comune situato in cima a una collina a 513 m s/m. Dal 2014 La Morra è inclusa nella lista dei patrimoni mondiali dell’UNESCO in quanto parte del sito paesaggi viti vinicoli del Piemonte -Langhe Roero e Monferrato-. È inoltre premiato dal Touring club Italiano con il riconoscimento “bandiera arancione” che individua i piccoli borghi d’eccellenza dell’entroterra italiano.
Ma cos’ha di così speciale? Il paese ha mantenuto il suo impianto medievale, costituito da viuzze e vicoletti che lo rendono pittoresco e affascinante. Volendo all’entrata del paese ci si può attrezzare con la cartina del paese direttamente dall’ufficio turistico per orientarsi con più facilità nel dedalo di vie che caratterizzano il centro storico. Noi abbiamo percorso semplicemente una via in salita che ci ha portati in piazza castello, da cui si può ammirare dal suo belvedere lo splendido panorama delle Langhe e della Valle Tanaro.
Che meraviglia! Da qui si può visitare la torre campanaria settecentesca, simbolo del paese, e
a pochi passi il monumento al vignaiolo e un busto di marmo di Giuseppe Gabetti, compositore della marcia reale (primo inno d’Italia) che visse a La Morra negli ultimi anni della sua vita. Si può ammirare anche la parrocchia di San Martino: un edificio barocco costruito a la fine del ‘600.
Nooooooo!!! Abbiamo completamente dimenticato di fare una visita alla cappella del Barolo, una delle attrazioni più apprezzate dai turisti sita tra i vigneti del nebbiolo. Accipicchia, altra scusa per tornare!
Barolo
Ultima tappa di questi due giorni nelle Langhe e Roero è proprio Barolo, la patria dell’omonimo vino. Decidiamo di andare a visitare il museo del vino (Wimu) perché abbiamo letto che è adatto anche ai più piccini. Il museo si trova all’interno del castello Faletti e permette un vero e proprio viaggio nel mondo del vino, una passeggiata nella storia di Bacco e dell’umanità. A noi è piaciuto tantissimo ma soprattutto ai bambini perché è estremamente interattivo e i bambini diventano protagonisti attivi della visita.
Terminata la visita al museo siamo abbiamo fatto tappa all’enoteca, dove abbiamo acquistato qualche bottiglia di questo vino. Nei paraggi troviamo anche il museo del cavatappi, interamente dedicato a questo strano oggetto.
Non ci siamo fatti mancare un aperitivo in un particolare bar disposto su strette terrazze, nel quale non viene offerto null’altro che… Vino! I bambini si sono dovuti accontentare di una bottiglietta di acqua acquistata in un negozietto poc’anzi!
Che dire? Due giorni nelle Langhe ci hanno decisamente rigenerati, abbiamo riempito gli occhi di meraviglia e riassaporato un ritmo lento che da un po’ ci mancava… Ci torneremo sicuramente!
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