top of page

Spesso a Spasso

  • Immagine del redattoreFugainFamiglia

Friborgo - Morat - La Gruyères




Ci siamo, finalmente pronti per inaugurare la prima uscita in Svizzera per il 2022! Il mese di gennaio sta per concludersi ma per un soffio riusciamo a mettere il segnalino sulla mappa!


Eravamo molto indecisi sulla meta da raggiungere ma sfogliando la rivista della cooperazione ho trovato un articolo interessante sul festival delle luci di Morat.

È bastata una ricerca su Internet per trovare molte attività a côté per arricchire il weekend e renderlo top!


Una volta completato il programma, la sera prima di partire, mio papà scocca l’ultima freccia: una tappa lungo il viaggio alla fabbrica dei deliziosi biscotti Kambly!



E così eccoci qua, di fronte a noi il grande stabile che ospita la fabbrica dei deliziosi biscotti. Non è la prima volta che facciamo tappa qui, ma ogni volta è una piacevole fermata. Varcate le soglie della fabbrica ci si trova di fronte innumerevoli scaffali con biscotti e salatini di ogni sorta firmati Kambly. C’è davvero l’imbarazzo della scelta, tutti all’interno di sacchetti e in pacchi da minimo mezzo chilo! Mentre facciamo avanti e indietro tra le scansie i bambini si divertono con i giochi studiati appositamente per loro. All’interno dell’edificio troviamo infatti uno spazio giochi dedicato completamente ai loro che offre memory, percorsi, giochi di associazione,… Poco più avanti c’è una saletta interattiva che offre un’animazione realizzata in una cucina di tanti anni fa, dove gli utensili magicamente prendono vita. Il tutto è allietato da un filmato che spiega la storia della Kambly dalle origini ai giorni nostri. Continuando la nostra visita non possiamo rinunciare a una fermata golosa: ci fermiamo infatti al bar dove cioccolata e cappuccino vengono accompagnati sempre da un vasetto di biscottini di loro produzione. Proprio accanto al bar c’è lo spazio per i bambini per giocare con una cucina (manco a dirlo!) E una pista dei trenini. Mentre mi gusto una deliziosa cioccolata sfreccia proprio sotto i nostri occhi un treno (vero eh?) firmato Kambly. Personalmente consiglio vivamente una visita, ai golosi ma non solo. Nel loro sito ufficiale trovate tutte le informazioni supplementari: https://kambly.com/it/ .



Dopo questa calorica tappa ripartiamo alla volta di Friburgo. Troviamo subito il posteggio in centro e facciamo due passi attraverso la città vecchia. Purtroppo non abbiamo avuto l’occasione di sfruttare la funicolare che collega la parte bassa a quella alta del paese: l’abbiamo vista ed è davvero suggestiva!

Andiamo a scoprire la cattedrale di questa città che domina il centro del quartiere di Bourg

e all’entrata, sopra il portone principale, presenta una rappresentazione del giudizio universale. Fortunatamente qualche giorno prima abbiamo visto un documentario che parlava di dipinti proprio legati a questo tema, per cui i bambini sono riusciti a osservare questo capolavoro con un minimo di consapevolezza. L’interno della cattedrale si presenta molto luminoso, colorato e accogliente. I mosaici alle finestre regalano una luce meravigliosa. La sfida sarebbe quella di affrontare la salita sulla torre che è alta 76 metri ed è possibile raggiungere la sua sommità, ma 365 scalini ci sembrano davvero troppi, quindi abbandoniamo l’idea di osservare Friburgo dall’alto!


Nei pressi della cattedrale si trova il museo dedicato a Jean Tinguely e sua moglie Niki de Saint Phalle. Lo stabile che ospita le loro opere era un vecchio deposito dei treni. All’entrata troviamo immediatamente una piacevole sorpresa: per i detentori di una carta Raiffeisen l’ingresso è gratuito!

Oltre ad entrare senza aver speso un franco, i bambini ricevono una matita e un piccolo quaderno sul quale possono annotare o disegnare ciò che li colpisce.



All’interno di questa mostra troviamo diverse opere di Tinguely che piacciono molto ai bambini in quanto sono interattive: occorre premere un pulsante e come per magia le macchine… Si mettono in movimento!



Alla parete sono appese invece le colorate bambole di sua moglie Niki de Saint Phalle, che a me piacciono particolarmente perché danno molta allegria con i loro colori sgargianti. Quando pensavamo di aver concluso la visita i bambini scoprono una piccola postazione nella quale si trova una sorta di vecchio videogioco. Con due joystick devono guidare delle macchinine lungo un percorso facendo attenzione a non colpire i bidoni. Per ogni bidone colpito è una macchia di colore che appare. Dopo alcune gare, i bambini potranno stampare una fotografia con il colorato prodotto del loro gioco… Semplice, ma molto apprezzato dai bambini!



A questo punto ci dirigiamo verso l’hotel per prendere le camere. Pit stop volante e ripartiamo alla volta di Morat, meta per la quale abbiamo organizzato l’intero fine settimana! Ne avete già sentito parlare? Per me è stata assolutamente una scoperta! Partiamo dal presupposto che è una città bilingue e in tedesco prende il nome di Murten. Per non perdervi informazioni sempre aggiornate cliccate qua: https://www.murtenlichtfestival.ch/news .


In breve tempo siamo alle porte della cittadina, ma subito ci accorgiamo che l’accesso ai veicoli non è consentito. Dobbiamo lasciare la nostra auto e recarci al festival delle luci con una navetta speciale. La coda per prendere questa navetta ci spaventa non poco, ma in realtà si dissolve abbastanza rapidamente e la navetta facilita decisamente l’accesso al centro cittadino.

Dopo pochi passi ci troviamo infatti immersi in un mondo meraviglioso fatto di luci, colori e suoni. La piazza del paese ci regala l’emozione di vivere una sorta di aurora boreale grazie a giochi di fumo, luci e musiche. Ogni edificio è decorato con tantissime luci.



Cerco immediatamente la pasticceria Aebersold, la più rinomata di Morat, nella quale da varie generazioni viene confezionata la torta tipica del luogo: la Nidelkuchen (torta alla crema). Già stavo assaporando la dolcezza del di tutti gli strati di panna quando mi trovo di fronte all’amara verità: era chiuso!

Questo inconveniente ci fa pensare ad un ritorno in questo magnifico borgo: non tutti mali vengono per nuocere, vero?



Passeggiamo all’interno delle mura di questo villaggio e rimaniamo estasiati dalla meraviglia che hanno saputo creare: l’ambiente è magico, l’atmosfera incredibile. In tanti hanno avuto la nostra stessa idea, infatti questa sera (sabato sera) c’è il pienone. Decidiamo quindi di spostarci verso le rive del lago. In una grande piazza assistiamo ad uno spettacolo con attori che parlano dai balconi di enormi edifici sui quali sono proiettate delle immagini meravigliose. Finito lo spettacolo raggiungiamo le rive del lago e lì, se possibile, lo spettacolo è ancora più bello. Tutto, tutto è illuminato e colorato.



Rimango completamente estasiata da tutta questa meraviglia. Non mollo un momento i bambini dalle mani perché attorno a noi è davvero buio e l’evento ha richiamato un foltissimo pubblico.

Al lago si può acquistare una lanterna sulla quale scrivere un messaggio e immergerla nelle sue acque. Le lanterne che ondeggiano già sono moltissime e ci regalano uno spettacolo meraviglioso.

Che dire… Anzitutto ringrazio infinitamente cooperazione perché se non avessi letto l’articolo sul “festival des lumières” non mi sarei mai sognata di questo evento. In secondo luogo se potessi rivedere il programma mi recherei a Morat prima che faccia buio: noi l’abbiamo goduta veramente poco ma la cittadina è davvero incantevole e merita una visita alla luce del giorno!



Dopo tutte queste belle emozioni torniamo in camera per riposarci e ricaricare le batterie per l’indomani.



La fabbrica della Cailler


Il giorno seguente ci dirigiamo alla volta di Broc dove si trova la fabbrica della Cailler, uno tra i marchi di cioccolato più rinomati in Svizzera! Decisamente questo é un weekend caloricamente impegnativo!



Prima di entrare ci godiamo una bella colazione al bar della fabbrica. Immancabile una cioccolata calda Cailler con la panna e un panino al cioccolato…. Indovinate? Cailler, of course! D’altronde non siamo venuti qui per niente, no?



Anche in questo caso l’entrata ci riserva una piacevole sorpresa: i detentori della carta Raiffeisen di nuovo possono entrare gratuitamente!

Alla visita siamo solo noi: riceviamo un’audioguida che parla fortunatamente in italiano e ci rechiamo in una sala che raffigura tante piante di cacao. Da quel momento in poi ci sembra di essere in un parco divertimenti, dove le il susseguirsi dell’apertura e della chiusura delle porte ci porta da un ambiente all’altro!



È una meraviglia, ci si ritrova totalmente immersi in quella che è la storia di questo marchio e nella sua filosofia.

Al termine della visita ci si ritrova nella fabbrica vera e propria dove assistiamo alla preparazione dei cioccolatini più famosi: i branches. Un gentile signore ci comunica attraverso i vetri a gesti e ci fa capire di seguirlo. Dopo aver visto tutto il procedimento necessario a realizzare questi cioccolatini, si apre una porta e ce lo troviamo di fronte che ci riempie letteralmente le mani di cioccolatini, tanto che non sappiamo più dove metterli!



Usciti dalla fabbrica c’è un una parte dove si possono degustare le varie tipologie di cioccolatino e una zona nella quale si impara ad assaporarlo utilizzando tutti i sensi di cui siamo dotati. Purtroppo, golosa come sono, non riesco a effettuare tutti i passaggi! Nemmeno se mi impegno, i cioccolatini arrivano alla bocca troppo in fretta!



Conclusa anche quest’ultima parte ci si ritrova all’interno dello shop dove poter acquistare i loro dolcissimi prodotti. Se vi abbiamo ingolositi, curiosate qua: https://cailler.ch/en .




La formaggeria del Gruyère


Questa regione purtroppo è ricchissima di cose da vedere quindi ci dirigiamo immediatamente a “La maison du Gruyère”, il caseificio che produce il famoso formaggio. Indovinate un po’? Anche in questo caso entriamo senza versare un centesimo perché possessori di una carta Raiffeisen! Riceviamo immediatamente un’audioguida e in omaggio una confezione di formaggio Gruyère ciascuno, con pezzetti di formaggio di diverse stagionature. Wow!



La visita non è particolarmente impegnativa, ma ai bambini piace molto perché anche in questo caso possono svolgere delle attività, come per esempio quella di assaporare i profumi di fiori ed erbe che si trovano nei pascoli. Scopriamo molte cose interessanti: quella che ci ha colpiti di più è la quantità di erba che una mucca deve ingerire quotidianamente per produrre litri di latte. Circa 70 kg di erba! L’avreste mai detto? E sapete quanti stomaci possiede una mucca? Ben quattro! O meglio, uno stomaco diviso in 4 parti! Queste e altre divertenti curiosità vi accompagneranno lungo tutto il percorso.

Non possiamo esimerci al termine della visita di acquistare qualche prodotto direttamente nello shop, a km zero! Amiamo molto portarci a casa i prodotti nostrani dei luoghi che andiamo a visitare, così al rientro possiamo riassaporare anche il ricordo di questi preziosi momenti trascorsi insieme!




Gruyères: una cittadina incantevole



Ultima tappa di questo meraviglioso fine settimana è il villaggio di Gruyères! Fortunatamente siamo a gennaio e non è troppo affollato, il che significa che possiamo lasciare l’automobile nel primo posteggio al di fuori delle mura. Non appena raggiungiamo l’entrata del villaggio entriamo nella pittoresca piazza del mercato, con una fontana al centro e fiancheggiata da tutta una serie di edifici medievali, ristoranti, bar e negozietti. Attraversiamo la piazza fatta di ciottoli e ci troviamo di fronte ad una strana costruzione. Di cosa si tratta? SI chiama “Calvario”: ha le sembianze di un lavatoio ma non lo è! Un tempo ha assunto diverse funzioni, da caserma dei pompieri, a posto di guardia, a luogo dove conservare il grano!

Non ci soffermiamo troppo però perché la fame si fa sentire e poco più avanti ci aspetta il locale più tipico del villaggio: il ristorante “Chalet”! Gustiamo così una meravigliosa fondue (con formaggio 100% Gruyère, of course!) in questo splendido locale di Gruyères, e vi assicuro che merita davvero una visita!




Al termine del pranzo ci incamminiamo verso il castello della Gruyères. Subito sulla nostra sinistra oltrepassiamo il Giger bar che ci lascia a bocca aperta per l’atmosfera che si può scorgere tra le finestre. È un po’ inquietante e decidiamo di non superarlo senza fermarci: scorgiamo però vari teschi e alieni appesi qua e là che creano un ambiente alquanto particolare!

Scopriamo poi che H. R. Giger è un famoso scultore svizzero che tra altre cose ha ideato i i mostri e gli scenari del film Alien! Tutto spiegato! È sicuramente un posto curioso, lo teniamo in lista per quando i bambini saranno più grandicelli!

Di fronte a questo scenografico bar troviamo il museo Giger, ma anche in questo caso i contenuti non sono troppo adatti ai nostri bimbi… affair à suivre! Aspettiamo qualche anno e poi ve ne potremo parlare!



Noi tiriamo dritto, perché la nostra meta è il castello. Cosa ve lo dico a fare? Entrata assolutamente gratuita per i detentori di una carta Raiffeisen! Sin dal XIII secolo il castello di Gruyères domina una verde collina ai piedi delle suggestive Alpi friburghesi.



Anche in questo caso i bambini ricevono un simpatico libricino con il quale possono svolgere una caccia al tesoro: si tratta di trovare all’interno delle sale del castello tutta una serie di animali. Ai bimbi questa cosa piace un sacco e in tutta verità sono molto più bravi di me a trovare gli animali che si nascondono tra arazzi, affreschi, quadri e sculture!


Una breve storia di questo castello? Era la residenza dei conti di Gruyère, le cui fondamenta sono state costrute intorno al 1270. Verso la fine del XV secolo, alcuni interventi di rinnovo gli conferirono l'eleganza di una residenza nobiliare. Michel, l'ultimo conte, cadde in difficoltà finanziarie e dichiarò la bancarotta nel 1554, per poi morire in esilio. Dal 1555 al 1848 il castello fu sede dei balivi, amministratori di Friburgo, che lo abbellirono con ornamenti barocchi. Come proprietà privata delle famiglie ginevrine Bovy e Balland a partire dal 1849, il castello divenne un importante crocevia culturale. A seguito dei problemi finanziari dei proprietari, il Canton Friburgo acquisì il castello fondando l'attuale museo.


Cosa mi ha colpita maggiormente? Una mano, risalente a tantissimi anni fa, con un dito che pare mozzato. Riuscite a trovarla?


Weekend decisamente ricco, ma grazie alla carta Raiffeisen sono riuscita a fare tutto questo rimanendo nel budget di gennaio! A proposito, conoscete la nostra sfida mensile?



Logo_edited.jpg
bottom of page